Foto  LaPresse/  Guberti Damiano
10/10/2020 Roma - Auditorium RAI Foro italico
Foto del programma "Ballando con le stelle" quarta puntata
spettacolo
nella foto: Milly Carlucci, Siniša Mihajlović, Arianna Mihajlović

Photo LaPresse/  Guberti Damiano
10/10/2020 Rome - Auditorium RAI Foro italico
Photo tv show "Ballando con le stelle" fourth episode
Show
In the picture: Milly Carlucci, Siniša Mihajlović, Arianna Mihajlović

Da Carlucci a Zanicchi vacanze vip in Italia

Mentre Fedez e Chiara Ferragni si godono un primo scampolo di vacanza in Salento, in una masseria vicino Otranto, e Cindy Lauper festeggia il suo compleanno e trent’anni d’amore a Capri con l’attore David Thornton, Sabrina Ferilli ha scelto la Croazia per il primo stop estivo anche per il grande caldo che opprime le nostre città.

MILLY CARLUCCI “E’ un’estate in gran parte di lavoro come capita sempre, con il gruppo di Ballando staccheremo solo a cavallo di Ferragosto, quando tutta Italia si ferma. La destinazione della vacanza però ancora è da decidere, faremo un summit… dipenderà dai figli”.

CHIARA FRANCINI “A me le vacanze piacciono rilassanti – racconta l’attrice – Quest’estate andrò all’Isola del Giglio in un posto dove a cucinare pranzo e cena ci pensa la moglie del proprietario e non devo neanche scegliere il menù. Ci sono pochissime stanze e si arriva e riparte solo via mare. Saranno quindici sempre con lo stesso gruppo di amici, tutti all’insegna di relax, buone letture e dolce far niente”.

PAOLA MARELLA “Mi godo qualche giorno di meritata vacanza a Formentera dopo mesi in cui non ci siamo mai fermati. Questa in fondo è la prima estate dall’inizio della pandemia in cui torniamo realmente a vivere, si sente ovunque anche la voglia di tornare a viaggiare”

SAMUEL PERON Si concederà qualche giorno di vacanza? “Sì, Tania è siciliana e andremo nella sua casa sull’isola a fare un po’ di mare, anche se con questo caldo a me piacerebbe anche la montagna”.

SERGIO RUBINI “Quest’estate? Non in Puglia. E’ stracolma. Me lo ha detto anche il governatore Michele Emiliano: non c’è posto, non ce veni’ – racconta tra il serio il faceto l’attore e regista – Me ne andrò in Calabria. Anzi, voglio diventare il divulgatore ufficiale della Calabria. Forza, venite tutti in Calabria”.

IVA ZANICCHI Pronta a trascorrere l’estate nei luoghi del cuore: “la Sardegna, dove ho casa, e il mio paesino, Ligonchio, perché ci sto troppo bene ed è rimasto immacolato, sempre uguale. E poi lì c’è il Cavalbianco, il mio monte, il più bello del mondo”, dice.

cattolica di stilo

Alla scoperta della Calabria Ionica: un itinerario antico tra la montagna e il mare

Creature in pietra dalle forme insolite spuntano fra i tetti: sembrano torri in miniatura, o punte di lancia. In realtà, sono i comignoli di un particolare tipo di abitazione che si trova solo qui, a Civita, nel Parco nazionale del Pollino.

Calabria Ionica, tour tra montagna e mare

Le chiamano case Kodra, dal nome di un artista albanese che aderì al Cubismo e che, nei suoi dipinti, sembra richiamarne le forme antropomorfe: le finestre sono gli occhi, la porta la bocca, la canna fumaria il naso.

E poi, ovviamente, quegli strani comignoli che un tempo servivano per scacciare gli spiriti maligni, ma anche per segnalare lo status sociale della famiglia di appartenenza.

Arrivarono nel XVI secolo, gli albanesi, in fuga dai turchi, e da allora non se ne sono più andati.

“Quando ero un bimbo qui si parlava solo arbëreshë”, ricorda Demetrio Emmanuele, 86 anni, anima del Museo etnico della cultura italo-albanese che si affaccia sulla piccola piazza del borgo (museoetnicoarbresh.org).

“E ora insegno questa lingua ai più giovani”, aggiunge, regalando ai visitatori una copia di Katundi Ynë (Paese Nostro), rivista di cultura e attualità che dirige da anni. Tra gli allievi che lo aiutano nella gestione del museo c’è Christian Bello, studente di liceo a Verona tornato a Civita, suo paese d’origine, grazie al progetto Cercasi abitanti ideato e promosso da Stefania Emmanuele, figlia di Demetrio: “Vogliamo riportare qui i giovani rendendoli partecipi della società”, spiega, “ma anche aiutandoli con l’acquisto o l’affitto di immobili a prezzi accessibili”.

Anche Natalia, sorella di Christian, è entusiasta di questo recupero della memoria locale e nei mesi estivi si offre per fare da guida lungo le vie del paese.

Si passa davanti alla chiesa di Santa Maria, cattolica ma di rito greco-bizantino, per poi scendere gli oltre 600 gradini che portano al ponte del Diavolo, in un paesaggio rupestre d’intatta bellezza: un canyon con le gole più lunghe d’Italia e una scenografica parete rocciosa.

Trekking nelle gole del fiume Raganello

Da qui ci si può spingere per un trekking nelle gole del fiume Raganello, lunghe 13 chilometri, o risalire al borgo facendo una sosta al belvedere. Alle spalle, il paesaggio selvaggio del Pollino è punteggiato da lecci, querce, ulivi e, a quote più alte, il rarissimo pino loricato; di fronte, la vallata si apre fino allo Ionio tra oleandri, macchia mediterranea e vigneti.

A pochi chilometri da Civita, nella piana di Castrovillari, Frascineto è un centro arbëreshë che ha fatto della viticultura un modo per conservare la propria tradizione.

Francesco Rizzo, per esempio, ha voluto dare una nuova possibilità agli antichissimi vitigni delle colline ai piedi del monte Serra Dolcedorme, la vetta più alta di Calabria. “Sono tutti autoctoni, come il Magliocco Canino”, spiega. “Li abbiamo recuperati poco prima che venissero espiantati, innestandoli direttamente sul campo. Il clima, poi, ci ha aiutato a fare il resto”.

Leggende e corallo rosso

Il freddo dei monti si stempera con l’aria salmastra, lì dove la grande piana di Sibari diventa un corridoio tra il mare e le colline, cesellate da piogge e torrenti fino a formare i tipici calanchi. Un territorio che non ha ancora ceduto alle sirene del turismo, segnato dai piccoli borghi dell’interno e dalle località costiere.

Osservata dall’alto del centro storico, dove la cupola “a trullo” della chiesa di San Nicola sembra proteggere gli antichi palazzi, la Trebisacce moderna si allunga sul mare in un’atmosfera vivace tra pescherie, ristoranti e negozietti.

Il suo sviluppo è legato a doppio filo con la terra e con l’acqua. Fuori paese, gli agrumeti colorano di verde le campagne: qui cresce il biondo tardivo, varietà di arancia che matura a primavera inoltrata, un tempo ricercatissima in tutto il Sud.

Oggi invece queste piante centenarie bastano appena ai bisogni locali. E poi c’è lo Ionio: in piena notte, dal pontile ottocentesco del paese salpano le poche imbarcazioni di pescatori ancora attive. Tonni, rane pescatrici, seppie, gamberi viola, aragoste: un tesoro proveniente soprattutto da una secca scoperta a 11 miglia dalla costa, un tempo terra emersa chiamata monte Sardo.

Per gli appassionati di mitologia omerica sarebbe l’isola di Ogigia, dove Ulisse rimase prigioniero della ninfa Calipso per sette anni.

Oggi è un’area dalla ricchissima biodiversità, che ha spinto gli studiosi della stazione zoologica Anton Dohrn di Napoli ad aprire una sede distaccata per lavorare alla sua tutela.

La Torre spaccata

Il centro, che nel 2021 ha certificato il ritorno del corallo rosso, è a due passi dalla suggestiva torre spaccata di Amendolara, con le pietre centenarie lambite dalle onde.

Meglio conservata è la torre della Marina di Albidona, costruita dai monaci basiliani nel Quattrocento a difesa dalle incursioni saracene.

L’avvocato Rinaldo Chidichimo ha ereditato i terreni su cui sorge e li ha trasformati in una vasta tenuta di albicocchi e limoni.

Accoglie i visitatori nella sua masseria e mostra loro la vasta biblioteca dove ha raccolto più di ottomila volumi, in gran parte dedicati alla Calabria e ai suoi miti.

“Uno dei più incredibili riguarda proprio Albidona e ha un fondo di verità”, rivela. “Il nome, che significa ‘bianca signora’, deriva dalla ninfa Leucotea che, dopo essere stata scagliata in queste acque da Zeus, secondo la leggenda mostrerebbe il suo ‘occhio’ ai naviganti.

Un occhio che esiste davvero: è infatti un vortice d’acqua dolce già citato dagli storici dell’antichità, che trivellazioni recenti hanno scoperto provenire da spaccature sul fondale marino e che origina da laghi sotterranei”.

Da Roseto a Rocca Imperiale

Risalire questo tratto di costa significa fare continuamente i conti con la Storia. Dopo chilometri di pini marittimi e spiagge deserte, il castello di Roseto Capo Spulico appare all’improvviso lungo la Statale ionica.

Le sue mura arroccate sullo sperone roccioso sono uno dei simboli della Calabria: dall’alto della torre merlata, quando l’aria è nitida, lo sguardo arriva fino al golfo di Taranto.

Il Castello e le sue storie

“Il castello risale al X secolo”, spiega Michele Cosentino, membro della famiglia che lo ha rilevato e restaurato, “ma fu ricostruito nel Duecento da Federico II, che lo sequestrò ai Templari. C’è chi dice che qui fu custodita la Sacra Sindone in arrivo dall’Oriente”.

La sera, quando la spiaggia si svuota e il castello si illumina, si sale in paese in cerca di frescura.

Anche Roseto, come Amendolara e Albidona, è un borgo libero da calca e frenesia, con gli stretti vicoli, le vecchie insegne e una piazza da cui godere del panorama gustando una pitta liscia, la focaccia tradizionale, o andando alla scoperta della minuscola cappella dell’Immacolata, gioiellino dal campanile a vela e le pietre vecchie di 600 anni.

Rocca Imperiale, atmosfera elegante

Atmosfera simile, ma con un tocco di eleganza in più, si respira a Rocca Imperiale.

Già da lontano seduce: le abitazioni si appoggiano alle linee sinuose della collina fino a formare un grande ventaglio che culmina con il potente castello Svevo Aragonese, dove tutto è grandioso: la piazza d’armi, la torre polveriera, i bastioni con vista sui calanchi e sugli orti tutt’attorno, traboccanti del tesoro più prezioso per queste terre, il limone.

La discesa al centro storico, poi, permette di scoprire la torre campanaria della chiesa Madre dalle bifore romaniche, unico brandello dell’antico borgo duecentesco ad avere resistito alla distruzione saracena del 1664.

Poesie e profumo di limoni

Dalla piazzetta ci si disperde nei vicoli, richiamati dal profumo di limone delle botteghe e incuriositi dalle maioliche colorate appese ai muri che racchiudono poesie.

I versi sono firmati dai vincitori del concorso poetico “Il Federiciano”, tra i più importanti d’Italia, che qui si tiene ogni estate. Per l’organizzatore Giuseppe Aletti “è un esperimento di turismo culturale e marketing territoriale che ha saputo sostenere l’identità di questa parte di Calabria”. E forse ha ridato voce a un’ideale di bellezza che qui, in fondo, si riscontra ovunque.

Articolo di Antonio Oleari per il Corriere della Sera

scilla

Sergio Rubini e le vacanze in Calabria: “Venite tutti, la Puglia è stracolma”

La Calabria ha un nuovo “testimonial” d’eccezione: Sergio Rubini. L’attore e regista pugliese, assieme ad altri vip, ha raccontato all’Ansa i progetti per l’estate. A sorpresa Rubini ha confessato che non trascorrerà le ferie in Puglia.

«È stracolma – ha dichiarato – me lo ha detto anche il governatore Michele Emiliano: “non c’è posto, non ce venì”. Me ne andrò in Calabria. Anzi, voglio diventare il divulgatore ufficiale della Calabria. Forza, venite tutti in Calabria».

Quella di Sergio Rubini è solo l’ultima promozione illustre, in ordine di tempo, per la Calabria. Molte celebrità hanno svelato il proprio amore per la regione sui social. È il caso di Rocìo Munoz Morales, già protagonista della docuserie tv “Donne di Calabria” voluta dalla Calabria Film Commission e del discusso spot “Calabria terra mia” al fianco di Raoul Bova .

Pochi giorni fa l’attrice spagnola ha condiviso su Instagram due foto mozzafiato scattate sulla spiaggia di Roccella Jonica commentando: «Chiedetemi se sono felice…Calabria, ti voglio bene!».

A fine giugno erano stati l’ex calciatore Bobo Vieri e la compagna Costanza Caracciolo a scegliere il mare di Palmi per trascorre qualche ora di relax.

Ancora prima Jovanotti aveva infiammato i social con il suo mini-reportage calabro. Era maggio e Jova si trovava nel Reggino per il videoclip “Alla salute”, girato tra Scilla e Gerace. A proposito di spot promozionali di qualità, lo stesso Sergio Rubini ha diretto “Puglia, autentica meraviglia” per la campagna di comunicazione 2022 progettata dall’Agenzia Regionale del Turismo Pugliapromozione.

Articolo pubblicato sul Quotidiano del Sud